Contro il sostituto d’imposta – Puntata 4

Nella quarta puntata Giorgio Fidenato continua a raccontare delle conseguenze legali del mancati pagamento del sostituto d’imposta ai suoi dipendenti

Cose già dette ma da rimarcare. La sciatteria e l’indolenza dei giudici quando la questione posta era una questione di giustizia, espressa in termini alti e solenni, che certamente meritavano ben altra risposta di ben altri tenere e qualità.

La norma contestata è quella che obbliga il datore di lavoro a un servizio a cui nessuno può essere tenuto ai sensi dell’art 23 della costituzione.

Contro il sostituto d’imposta – puntata 3

In questa terza puntata Giorgio Fidenato racconta, con commenti, delle conseguenze legali del mancati pagamento del sostituto d’imposta ai suoi dipendenti.

Dopo alcuni mesi sono arrivate le prime cartelle esattoriali e quindi i ricorsi, con la richiesta sempre disattesa di adire la corte costituzionale per il giudizio di legittimità.

La norma contestata è quella che obbliga il datore di lavoro a un servizio a cui nessuno può essere tenuto ai sensi dell’art 23 della costituzione.

Nessun giudice, all’inizio, ha trasmesso gli atti alla corte costituzionale. La cosa più dolorosa, per Giorgio, è stato il sentirsi rispondere in modo così sciatto e trascurato dai giudici, quando la questione posta era una questione di giustizia, espressa in termini alti e solenni, che certamente meritavano ben altra risposta di ben altri tenere e qualità.

Contro il sostituto d’imposta – capitolo 2

In questa seconda puntata Giorgio Fidenato racconta di come i dipendenti della sua associazione hanno reagito all’annuncio che i loro contributi non sono stati pagati dal datore di lavoro.

I dipendenti hanno ricevuto lo stipendio pieno, comprensivo di irpef (quindi delle tasse che avrebbero dovuto pagare personalmente.) e contributo previdenziali.

Mentre l’Irpef è stata versata mediante la presentazione del modello unico al posto del 730, i contributo previdenziali sono stati depositai in libretti al portatore e quindi inviati all’agenzia per le entrate.
La quale le ha respinte riconsegnandole al mittente.

I dettagli, corredati da gustosissimi aneddoti, nel racconto di Giorgio.

Oggi i dipendenti si trovano con tre anni di contributi non versati. Le somme sono in loro possesso ma ovviamente questo compromette i loro rendimenti pensionistici.
Come l’hanno presa? Certo non sono contenti ma in fondo non tanto male.

Solo persone determinate e motivate da ideali di giustizia e libertà possono affrontare i rischi e le difficoltà di scelte impegnative.

Contro il sostituto d’imposta – puntata 1

Inizia il racconto a puntate della battaglia di Giorgio Fidenato contro il sostituto d’imposta, la legge che impone al datore di lavoro di fare l’esattore per suo conto e per giunta gratuitamente.

In questa prima puntata Giorgio dichiara i suoi convincimenti ideali e racconta l’inizio della storia.

Giorgio, all’epoca con Leonardo Facco, s’è ispirato alle idee di Rothbard e alla lezione di Gandhi, secondo la quale si deve essere radicali nella sostanza e moderati nella forma. Inoltre si deve reagire all’ingiustizia con l’esempio e la pratica.

Ispirati dal processo a Vivien Kellems che rifiutò di fare la collettrice di tasse per conto del governo americano
“If they wanted me to be their agent, they’d have to pay me, and I want a badge”
Giorgio comunicò ai dipendenti della sua associazione che non avrebbe versato i contributi e l’Irpef allo stato per loro conto e così fece, a partire dal febbraio del 2009 per circa tre anni.

Tra le tecnicalità di questa vicenda c’è quella, sorprendente ma fino a un certo punto, per la quale i versamenti dei dipendenti non sono stati accettati dallo stato.
I dipendenti hanno versato Irpef e previdenza ma questi sono stati rifiutati. Lo stato non accetta che non sia il datore di lavoro a farsi carico dei versamenti.

Di questo in specifico parleremo nella prossima puntata.

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